Editore: Mondadori
Pagine: 144
Un giovane matematico dell’Ottocento ucciso in duello e finito fra le pagine di Alexandre Dumas; un samurai dell’era Tokugawa custode inflessibile di un antico codice d’onore; uno schermitore livornese d’inizio Novecento che parte alla volta dell’Ungheria per affrontare una sfida a fil di spada; e uno scrittore, Andrea Bocconi, che riesce a intrecciare, in un sapiente gioco di specchi, autobiografia, Storia e invenzione.
Fil rouge di questa variopinta tessitura è l’arte della scherma, colta di volta in volta nella sua origine cavalleresca, nella sua tragicità di arma fatale, nella sua dimensione esistenziale di sfida continua a valicare i propri limiti.
E con il mutare degli scenari, cambia magistralmente anche lo stile di Bocconi: scanzonato e ironico quando si accosta alla propria esperienza di schermitore; ampio e strutturato quando racconta, prendendo a prestito la penna dell’autore dei Tre moschettieri, le vicende del matematico Galois; essenziale e geometrico nel rievocare le atmosfere del Giappone del Diciassettesimo secolo.
Ne scaturisce una narrazione all’ultimo sangue densa di echi letterari e suggestioni, in grado di far vibrare le corde di ciascuno di noi, anche di coloro che con la spada non si sono mai cimentati.
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