di Andrea Bocconi e Claudio Visentin
Editore: Guanda
Pagine: 100
Uno scrittore di viaggi e un professore universitario conducono i loro figli e due asini lungo gli antichi sentieri d’Abruzzo, da Tagliacozzo a Celano. In macchina, sull’autostrada che corre accanto, ci vorrebbe mezz’ora a dir tanto. Arriveranno invece a destinazione dopo una settimana a bassa, bassissima velocità, con soste, deviazioni, incontri imprevisti tra montagne, boschi, paesi, chiese e rovine: un’Italia «minore» sconosciuta ai più, ma dove si prepara una parte importante del nostro futuro. Asini, bambini e professori condividono un viaggio libero, povero, stravagante: un viaggio dove non è sempre ovvio chi guida e chi segue, chi insegna e chi impara.La seconda parte del libro offre tutte le informazioni indispensabili per muoversi in autonomia con un asino. Per imparare a rallentare il passo e a guardarsi attorno al ritmo imprevedibile del più simpatico e testardo dei quadrupedi, che tanto filo da torcere aveva dato al capofila degli asinai dilettanti, Robert Louis Stevenson, in viaggio nelle Cévennes con la piccola, aristocratica asina Modestine.
Quando si dice turismo. Di solito si pensa alla cartolina: spiaggia, mare azzurro, palme e cocktail sul tavolino di wengé. In alternativa, neve candida, faccia bronzea, sciancratura degli sci e piumino firmato.
Ma c'è modo e modo di concepire il turismo. A volte un viaggio, anche se scomodo, è più rilassante di un pomeriggio sulla sdraio, almeno per la mente. E se il viaggio è vicino a casa, il tutto è ancora più stupefacente. Un celebre reportage, nato dall'idea che non siano i luoghi ma gli occhi che li guardano ad essere interessanti, è il “Viaggio intorno alla mia camera” di Xavier de Maistre: non serve andare lontano per scoprire mondi nuovi. E a volte basta farlo in modo inconsueto.
Certo è difficile che sia inconsueto come quello scelto da Andrea Bocconi e Claudio Visentin, che hanno percorso in una settimana 35 chilometri a piedi nella Marsica, quaranta minuti dall'Aquila, passando accanto all'autostrada dalle parti di Tagliacozzo (colpita tra l'altro dal terremoto del mese scorso) fino a Celano, nella Piana del Fucino, patria di un santo di nome Tommaso, biografo del più famoso Francesco. Nulla di strano, a dire il vero. Se non che questa camminata i due l'hanno fatta insieme con due asini e due bambini. Asini, bambini e professori (uno di università, uno ex del liceo).
eva e nino
«Nino è il maschio, anche se era più maschio prima dell'operazione che ha subìto. Ogni tanto fa comunque eroici tentativi di accoppiarsi con Eva, anche se non ricorda più perché. Nino è di razza amiatina, taglia media, età sui sette anni, come Eva, la sua docile compagna, di razza sarda, e quindi taglia piccola». Questi gli asini. I due bambini sono invece la figlia di Bocconi e il figlio di Visentin, rispettivamente di 10 e 11 anni.
Visentin, il professore esperto di storia del turismo che insegna all'Università di Lugano, confessa candidamente di studiare sì i viaggi (addirittura ha fondato una “Scuola del Viaggio”), ma di averne fatti pochi. Con lui Andrea Bocconi, lo scrittore di antico pelo, che invece il mondo se l'è girato in lungo e in largo fin da giovane, una volta perfino durante un'aspettativa da insegnante, prima di cominciare il mestiere di psicoterapeuta.
nei romanzi di collodi
Gli asini si confondono coi professori, che forse diventano bambini, i quali asini non vorrebbero mai diventarlo, nemmeno nei romanzi di Collodi. Un gioco delle parti sotto la pioggia battente di Tagliacozzo, su per le colline che sovrastano quell'Abruzzo ora bistrattato dai moti di pancia della Terra. Una compagnia stravagante che ha prodotto un libro molto divertente: “In viaggio con l'asino”, in uscita per Guanda proprio oggi.
Tema molto à la page quello dell'asino. In questi mesi anche Oliviero Toscani sta portando in giro un suo lavoro consistente in 50 gigantografie di asini, ritratti come fossero top model o veline, per stare al passo con i tempi. E se si gironzola tra i motori di ricerca, oltre al recente anniversario del viaggio di Robert L. Stevenson con la sua asina Modestine (era l'autunno 1878), si incontra uno strano aneddoto che riguarda il direttore di Libero. Ecco come lo riporta un articolo dedicato a Michela Vittoria Brambilla, apparso sul quotidiano Il Foglio esattamente due anni fa: «Va di moda regalare asini. E a Michela di queste mode non importa granché. Ma se un ciuco rischia di finire stecchito alla festa dell'Unità di Pavia, capita che un cuore lombardo si impietosisca. Vedi mai: i comunisti non mangiano i bambini ma qualche asino magari lo fanno fuori. Per questo Vittorio Feltri ha regalato un asino a Michela Vittoria. E d'altronde un giorno Michela ha raccontato a Elisa Calessi, giornalista di Libero, di aver donato a Roberto Castelli due asini destinati al macello».
Insomma, se i muli sono stati cacciati dall'esercito e i bardotti – ormai rarissimi – sono carne da padella soprattutto nel sud Italia, gli asini hanno di che stare tranquilli. Nino ed Eva possono tirare un sospiro di sollievo: troveranno sempre anime buone disposte a salvarli. Una di queste è proprio il loro “papà”, un tal signor Luca dell'Associazione La Boscaglia, di cui si narra nel libro, specializzata in viaggi a piedi. Lui gli asini li alleva, anzi li forma, come si dice in gergo. E prima di lasciar partire i due professori per il viaggio abruzzese, li ha dovuti istruire su come si trattano questi strani animali.
manuale coltissimo
«L'asino ha uno strano aspetto», sottolinea Visentin nella seconda parte del libro, quasi un manuale, coltissimo e leggero insieme, per l'uso dell'asino «Dio deve averlo creato in un momento di distrazione (o di buonumore), probabilmente mentre si congratulava con se stesso per aver creato il cavallo». E in effetti, a vedere una delle tavole con cui il pittore Stefano Faravelli ha illustrato magnificamente il libro, ispirandosi alle foto dei due viaggiatori, nel maneggio di Magliano de' Marsi i due ciuchini non è che fanno bella figura accanto ai purosangue nei box.
Non sarà bello, ma l'asino è prudente: lui prima di bere intinge lo zoccolo nell'acqua, che dev'essere pulitissima e fresca. È simpatico: si rotola per terra appena gli togli il basto, per asciugarsi il sudore, alzando polvere e risate. È deciso: non fa mai un passo indietro e non ha bisogno dei paraocchi. È utile: a Castelbuono, in Sicilia, è utilizzato per la raccolta dei rifiuti tra i vicoli del paese e in Afghanistan gli alpini sono tornati ad arruolarlo tra i sentieri impervi di montagna. Per non parlare del fatto che in America l'asino è il simbolo dei Democratici (anche in Italia lo fu, ma con minor fortuna). Insomma, ultimamente l'asino ha avuto le sue belle rivincite, perfino come animale da compagnia, Brambilla docet.
Andrea Bocconi